“With so much drama in the L-B-C / It’s kinda hard bein Snoop D-O-double-G“, iniziano così le giornate a Long Beach, a Compton o in qualsiasi ghetto nero d’America, con una serie di difficoltà che rendono inevitabilmente dura la vita di chiunque. “But I, somehow, some way / Keep comin up with funky ass shit like every single day”, nonostante la realtà devastante che lo circonda Snoop continua a fare il suo, a produrre roba funky, ogni singolo giorno. Rollin down the street, smokin indo, sippin on gin and juice / Laid back (with my mind on my money and my money on my mind). Se la gira per strada, fumando indo (diminutivo per Indica, una varietà di marijuana), bevendo gin&juice, rilassato, con una sola idea in testa: i soldi. Un ritornello accattivante e ipnotico, tanto da divenire una sorta di mantra difficile da allontanare dalla testa.
Inizia così Gin and Juice, secondo singolo estratto dall’album di esordio di Snoop Doggy Dogg, Doggystyle. Il G-funk di Dr. Dre è il sottofondo musicale perfetto per le rime lente e pigre di Snoop, lente come i discorsi in un pomeriggio passato fumando chronic, il cui effetto è caratterizzato da sensazioni di euforia e da stati contemplativi e riflessivi. Nel produrre il beat Dr Dre ha fatto un uso incredibile dei campioni funk: possiamo riconoscere il giro di batteria e il clap di I Get Lifted di George McCrae sotto le tastiere e i synth suonati da Dre, e il chorus di Watching You degli Slave trasformato in una sorta di ritornello per adulti.
Anche il video ha contribuito alla popolarità della canzone. Tutti le situazioni riprodotte nel clip musicale cristallizzano alcuni elementi tipici della vita di un OG (Original Gangster): dal giro in bicicletta sul manubrio con gli afro al vento, alla pratica di farsi fare le trecce sul portico anteriore di una tipica casa del ghetto, alla partita a domino nel bel mezzo di una festa scatenata. I temi trattati sono quelli classici del g-funk: marijuana, donne (mai in modo romantico; sempre viste come oggetti) e divertimento, oltre all’immancabile autocelebrazione. Dotato di un flow accattivante e ironico, di un timbro soffice come seta, di quel melodismo naturale che offusca la linea tra parlato e cantato, di quell’atteggiamento di distacco dal mondo, Snoop è da subito apparso molto più cool di chiunque prima di lui.
Anche a distanza di 25 anni, la canzone mantiene un’aura di licenziosità, malaffare e malizia che ti porta a non voler abbandonare quella festa.
L’amore di Snoop per la marijuana non è mai stato un mistero. Il rapper californiano ha deciso di trasformare questa passione in un business. Negli ultimi anni, ha effettuato degli investimenti milionari nell’ambito della neonata industria della cannabis, dapprima con ‘MerryJane’, un aggregatore digitale di notizie sul mondo della cannabis, in seguito con ‘Leafs by Snoop’, vero e proprio brand di marijuana online. Non solo, ha investito nell’azienda di consegna di farmaci e marijuana Eaze (nota come “Uber for weed“). Ma l’investimento più significativo è arrivato con la creazione di Casa Verde Capital, una sorta di acceleratore di start up che intende finanziare le nuove imprese nel settore della marijuana, legale ormai anche per uso ricreativo in un numero crescente di stati negli US.
Snoop è forse il più potente pot-preneur della scena rap, nonché tra i più noti portavoce del verbo in ambito musicale.